L'importanza della t-shirt
- La Signorina Fuoriluogo
- 26 mar 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 10 apr
Ho sempre pensato che la t-shirt sia l'alfa e l'omega dell'alfabeto della moda.
“La t-shirt: l’invenzione più geniale dopo il caffè”
Diciamocelo: la t-shirt è come il prezzemolo. C’è sempre, sta bene con tutto e quando manca… si sente.
Nata all’inizio del Novecento come capo intimo per i militari americani (e sì, tecnicamente era bianchissima e un po’ noiosa), la t-shirt ha fatto il suo debutto nel mondo della moda con la stessa disinvoltura con cui noi ci infiliamo quella preferita per uscire all’ultimo minuto.
Negli anni ’50 è diventata un simbolo di ribellione grazie a Marlon Brando e James Dean (chi non ha mai sognato di sentirsi un po’ bad boy o bad girl solo grazie a una maglietta?), negli anni ’80 era l’epoca dei messaggi stampati, e oggi… oggi è il campo di battaglia perfetto per dire chi sei, anche senza aprire bocca.
La t-shirt è democratica, ironica, tagliente, elegante (se vuoi). È il pezzo forte dei pigri e l’alleata dei creativi.
Candida, molto grande, lasciata fuori dai jeans strettissimi. E' in grado di sdrammatizzare un tailleur troppo formale. E' il must have di sempre.
E se credi che “tanto una maglietta vale l’altra”… beh, ti stai perdendo un’occasione per distinguerti con stile.
Io le creo con amore, in Italia, con materiali scelti e scritte che "parlano": di te, del tuo umore e del tuo guardaroba.
Non urlano, non implorano, ma sanno farsi notare. E poi – bonus – non serve stirarle ogni volta (già solo per questo meritano un Nobel).
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Spoiler: ce n’è una anche per quel famoso “non ho niente da mettere”.
Di seguito il nostro best seller più venduto negli ultimi dieci anni!!
T-shirt, ti amiamo perché sei come sei.
Ma diventi come noi.

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